PRESENTAZIONE DELLA
Tèchne,
prima serie
Tèchne,
nuova serie
Nuova Tèchne
1969-1976 1986-2013 2014- (Edizioni di Tèchne) (Campanotto Editore) (Editore Quodlibet) La prima serie di Tèchne
(19 numeri dal 1969 al 1976, affiancati da 50
quaderni dedicati alla
poesia, alle arti, al teatro e alla saggistica)
è stata il
laboratorio di quello sperimentalismo verbo-visivo
legato
all'esperienza del Gruppo 70, fondato da Eugenio
Miccini (1925-2007), Lamberto
Pignotti, Giuseppe Chiari (1926-2007) e altri, sodalizio artistico che fu, insieme al Gruppo 63, una delle
espressioni
più significative dell'avanguardia italiana
del secondo
dopoguerra.
La nuova serie di Tèchne, diretta e redatta da Paolo Albani e Lino Di Lallo (Lino purtroppo esce nel 1995), graficamente curata da Alessandra Barsi, ha ripreso le pubblicazioni nel 1986 a metà degli "stupidi anni ottanta" (come li ha definiti Sebastiano Vassalli), per i tipi di Campanotto Editore di Udine, con Eugenio Miccini direttore responsabile fin quando, dopo la sua scomparsa, non è subentrato Carlo Marcello Conti. Nel 2014 la rivista cambia nome, diventa Nuova Tèchne e esce in forma digitale, cioè in eBook, presso la Collana Note azzurre dell'editore Quodlibet, e può essere acquistata sulle principali piattaforme di vendita in rete (amazon.it, bookrepublic.it, mondadori store, kobo, ecc.). Dal numero 28 del 2020, si forma una redazione della rivista con Michele Farina, dal 2023 sostituito da Giacomo Micheletti, e Jacopo Narros. La Nuova Tèchne pone al centro della sua ricerca una sperimentazione verbo-visiva che guarda verso il comico, il nonsenso, il fantastico, il bizzarro, il gioco. La rivista pubblica solo testi creativi e inediti, almeno per il lettore italiano; niente saggistica accademica, recensioni, dibattiti sul rapporto fra... o sulla funzione di..., o simili. La prima regola che ci siamo imposti è la brevità, in sintonia con la "dimensione piccola" della rivista. La periodicità è di un numero all'anno, s'intende quando abbiamo del materiale buono, altrimenti aspettiamo tempi migliori. All’inizio la rivista era così strutturata: un editoriale; una parte iniziale dedicata alla traduzione di documenti inediti delle avanguardie storiche (manifesti del surrealismo ceco, del futurismo polacco e catalano) e/o di testi di autori stranieri; una parte centrale monografica (rapporto poesia-politica; nonsense; ecc.) affiancata da una «piccola antologia» riguardante il tema prescelto (stupidità, linguaggi immaginari, giochi di parole) e costellata di interventi visivi; proposte di nuovi autori insieme al recupero di umoristi poco conosciuti del passato; una rubrica dedicata alla posta (con corrispondenze immaginarie); una chiusura in forma di «art index». Dal 2008 la rivista ha iniziato a curare dei numeri monografici dedicati a: Matematica divertente (17, 2008); Rogo dei libri (18, 2009); Nulla (19, 2010); Modeste proposte (20, 2011); Incompiutezza (21, 2012); Consigli inutili (22, 2013); Parodia (23, 2014); Marziani (e simili) (24, 2015); Autobiografie, biografie immaginarie e dintorni (25, 2016); Sfortuna o Sfiga (26, 2017); Sogni (27, 2019); Errori erranze & imprecisioni (28, 2020); Volo (29, 2021), ecc.. La rivista ha pubblicato testi inediti per il lettore italiano di: Alphonse Allais, Guido Almansi, Eugenio Battisti, Enrico Baj, Anacleto Bendazzi, Andrè Breton, Lewis Carroll, Daniil Charms, Velimir V. Chlébnikov, Charles Cros, Edward Estlin Cummings, Antonio Delfini, Robert Desnos, Giampaolo Dossena, Marcel Duchamp, Ramón Gómez de la Serna, Isidore Isou, Edward Lear, Michel Leiris, Gian Pietro Lucini, Luigi Malerba, Fosco Maraini, Filippo Tommaso Marinetti, Ferruccio Masini, Bruno Migliorini, Christian Morgenstern, Slawomir Mrozek, Vitezslav Nezval, Gino Patroni, Georges Perec, Ezra Pound, Pierre Reverdy, Angelo Maria Ripellino, Erik Satie, Adriano Spatola, Piero Sraffa, Stanisław Ignacy Witkiewicz, Ermanno Cavazzoni, Paolo Nori, Ugo Cornia, ecc. Sulla rivista in versione cartacea sono apparsi anche una serie di interventi «estemporanei», conferendole un inconsueto timbro d’unicità, di rivista-oggetto: ad esempio sul numero 1 (settembre 1986) la pagina 63 (un omaggio inconscio al Gruppo 63), intitolata «La stoffa dell'artista», contiene un pezzo di stoffa autentica, incollata sul foglio; oppure sul numero 2 (settembre 1988) la pagina 107 presenta nell'angolo in alto a destra un taglio essendo dedicata all'orecchio di Van Gogh; ancora sul numero 3 (dicembre 1989) alla pagina 45 un intervento attribuito a Georges Ribemont-Dessaignes, intitolato "Sketch muto", è rappresentato con un frammento di vero scotch incollato sulla pagina. Nella Lettera a Tèchne di Eugenio Battisti, uscita sul primo numero della rivista, nel 1989, ma ancora straordinariamente attuale, il grande storico dell'arte c'invitava "a rifare il Burchiello". Sul "perché" e sul "come" fare una rivista abbiamo cercato di seguire i consigli di Giambattista Vicàri, fondatore della rivista il Caffè. Da qualche anno (esattamente dal 2003), a fianco del materiale che esce sulla rivista, prima in forma cartacea e ora in quella digitale, ho creato uno spazio - una specie di rivista parallela - dove vengono presentati solo in rete, cioè solo nel web, contributi a personaggi, riviste, movimenti, ecc., cosiddetti irregolari o (ritenuti) "minori": fino a oggi sono usciti omaggi a Max Aub, Renzo Butazzi, Gian Pio Torricelli, al sodalizio Giorgio Manganelli-Gastone Novelli, ai collage di Wisława Szymborska. Questo spazio si chiama:
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