Ada De Pirro GIORGIO MANGANELLI E GASTONE NOVELLI. PAROLE
ALLE IMMAGINI E IMMAGINI ALLE PAROLE.
1. ARS CLASSIFICATORIA
In
Nuovo commento leggiamo«Non sarà inutile concisamente
catalogare gli oggetti tra i quali si è svolta la mia lenta e mutriosa infanzia
(…) assai presto avevo scoperto l’appartato gaudio di classificare con
ingegnosa minuzia gli oggetti che affollavano la mia casa; sui quali tentai le
prime prove della mia fatale vocazione». E poi aggiunge «Certo la mia ars
classificatoria mancava affatto di basi scientifiche; tuttavia non sarà
sfuggita al lettore la rigorosa impostazione, che voleva smentita qualsivoglia
descrizione funzionale, laica, agnostica» (15). L’attrazione di Manganelli per
la catalogazione è ben rappresentata da questi brani, ma molte sono le
testimonianze in tal senso. La consapevolezza di quanto sia poi
assurda la pretesa di poter definitivamente catalogare i segni del mondo - che
avvicina questa pratica all’enigmaticità della stratificazione dei codici - è
espressa dallo scrittore nello stesso testo dove poco oltre, nel paragrafo de Il caso del commentatore fortunato,
afferma che «Oh quell’uomo aveva ben capito, aveva saputo: certescoperte ad ogni apparenza inutili, e
tuttavia perseguite per tenebrosi quartieri, smaniosamente inseguite,
saldamente colte, trascritte in quella puntigliosa grafia, svelavano le gioie
impervie, le astuzie di una sapiente follia. Egli aveva odorato, auscultato,
lappato, colto in tralice l’altro universo, che ignora mappe e segnaletica, che
si concede ai numeri casuali, l’ossuta iracondia dei dadi, la frivola moneta
frullata per l’aria, il libro spalancato con temeraria furia in attesa della
indubitabile proposizione, l’esauriente ed astruso crittogramma delle linee del
palmo» (16). Le ‘astuzie di una sapiente follia’, uno dei tanti ossimori
presenti nell’opera dello scrittore, dichiara la possibilità manipolatoria,
mistificatrice del linguaggio, una ‘onesta dissimulazione’ nell’uso dei codici
espressivi. Il rumore sottile della prosa (17),
raccolta di articoli scritti tra la metà degli anni settanta e fino al 1990,
presenta numerosi riferimenti alla pratica catalogatoria e combinatoria.
Manganelli parla di elenchi e arriva a paragonare il romanzo alla guida del
telefono, «oggetto affascinante», definendolo «abisso insondabile, ma
illuminato da una volontà di completezza e totalità insondabile che non ha
l’esempio» (18). E, a proposito di ‘miniaturizzazione’ del sapere, affronta il
tema dell’enciclopedia in polemica con chi professa una ‘ideologia
enciclopedica’, cioè con chi le attribuisca un intento pedagogico, egli è
infatti interessato molto più al suo aspetto magico ed evocativo. Nell’articolo
Gli incantesimi dell’enciclopedia fa
una vera dichiarazione d’amore per questo tipo di opere dove «l’universo si
sbriciola e ricompone, secondo l’incredibile superstizione dell’ordine
alfabetico» (19). (È interessante notare come Manganelli userà di nuovo il
verbo “sbriciolare” a proposito dell’uso della parola nei giochi linguistici
degli amici enigmisti). L’enciclopedia Sonzogno letta durante l’adolescenza,
era per lui affascinante perché immersa in un’atmosfera magica. «Vi è qualcosa
di stupendamente arcaico in questi tentativi di ridisporre alfabeticamente il
mondo, questa macchinosa, ma non codarda classificazione, questo tendenzialmente
infinito indice del mondo», aggiungendo «che l’enciclopedia resta, a mio
avviso, un genere letterario, vicino, almeno quanto i nonsense, ai carmina,
agli incantamenti; è, insomma, magia razionalizzata» (20). L’elencazione,
seppur non ordinata, di elementi congrui o incongrui è molto frequente nelle
opere di Novelli dove tutto
sembra poter essere oggetto di catalogazione - anche gli alfabeti di varia
origine e provenienza.
s.t., 1962
matita su carta,
pubblicato su “Il Verri” n.7 del febbraio 1963, p. 60.
Tavola
degli ornamenti,1965
tecnica mista su carta, cm. 49x71. Courtesy Archivio Novelli.
Tavola
che illustra cinque movimenti per le acque,1966
acquaforte acquatinta, 6/40, cm.10x64.
Courtesy Archivio Novelli.
Questa particolare attitudine è da collegare con
l’interesse manifestato dall’artista per il reperimento di frammenti di segni
eterogenei finalizzato alla costruzione di un proprio «universo-linguaggio»
(21). Anche questo tema fu condiviso con Manganelli (e con gli esponenti del
Gruppo 63) tanto da essere esplicitamente dichiarato nella conversazione di
apertura del primo numero di “Grammatica”, in cui i suoi autori si definiscono
‘catalogatori’(22). L’ibridazione
di diverse accezioni di questa pratica, sia quella proposta dall’antropologo
strutturalista Claude Lévi-Strauss in La
pensée sauvage (23)- da Novelli
letto e citato più volte - sia i significati esoterici della catalogazione dei segni del mondo presenti nella mistica
ebraica e riscontrabili nelle sue opere, sono da considerarsi riferimento
indispensabile per l’artista per questo particolare aspetto del suo lavoro. Negli
scritti di Novelli sono
frequenti gli accenni alla sentita necessità di formulare
cataloghi di segni,
lettere e forme, frutto di una voluta o casuale frammentazione di
sistemi
preesistenti (24). Lo ‘sbriciolamento’ che tanto incantava Manganelli – e
che
naturalmente è da collegare con la scomposizione semantica
operata dalle
avanguardie della seconda metà del Novecento – seduce dunque
anche l’artista
figurativo. La fascinazione per la catalogazione del sapere secondo la
casualità regolamentata dall’ordine alfabetico, sarà
propria anche di chi, nelle proprie opere, usa in modo quasi ossessivo
grafici nei quali vengono messi in
collegamento i frammenti provenienti da saperi e discipline diverse in
una
sorta di ricomposizione immaginaria, “arbitraria” come diceva lo stesso
Novelli, del mondo inteso come universo di segni eterogenei.
Il
vocabolario,1964
olio e matita su tela, cm. 200x200. Courtesy Archivio Novelli.
Analisi
dei frammenti, 1964
tecnica mista su tela, cm.81x100. Courtesy Archivio Novelli.
Il
linguaggio ha una realtà indipendente dalle circostanze,1963
tecnica mista su carta,
cm.49x69. Courtesy Archivio Novelli.
In accordo con Lévi-Strauss, il
pittore coglieva l’aspetto ‘magico’ di questa operazione e ne faceva uno degli
elementi fondanti del proprio fare artistico. Numerose sono le dichiarazioni a
riguardo, nelle quali la ‘magia’ è sempre contrapposta alla normativa
accademica, statica e ormai morta. La ricerca della dimensione magica non è in
contraddizione con l’esigenza razionalizzatrice che si consolida in Novelli
anche attraverso il contatto con l’opera teorica e artistica di Paul Klee,
studiato e tradotto già ai tempi della prima rivista fondata nel 1957 con
Achille Perilli, “Esperienza Moderna” (25). Tale impostazione era già presente
negli anni brasiliani, quando l’artista fu chiamato a tenere corsi di design
(26). Per
un pittore la parola 'catalogo' dovrebbe evocare le pubblicazioni con figure e
testo che corredano in genere mostre d'arte ma, conformemente alle sue
preferenze letterarie, per Novelli il catalogo ha più a vedere col significato
che questa forma assume nella letteratura sperimentale sia francese (Surrealista,
Nouveau Roman) (27) sia italiana (Novissimi, Gruppo 63) che la utilizza per
mettere in risalto il carattere ormai destrutturato della scrittura. Rimanendo
in questo caso fedele al suo ruolo di pittore, alle parole Novelli spesso
sostituisce segni grafici e figure, dunque non come altri artisti figurativi
che preferiscono riportare liste di parole nelle loro opere.
Note
15)
G. Manganelli, Nuovo commento, Adelphi,
Milano 1993, pp. 56-57.
16)
Manganelli 1993, cit., p. 64.
17)
G. Manganelli, Il rumore sottile della
prosa, a cura di P. Italia,Adelphi,
Milano1994.
(22),
18)
G. Manganelli, Che cosa non è un racconto,
in “Nuovi argomenti”, aprile-giugno 1986, ora in Manganelli 1994, cit., p. 33.
19)
G. Manganelli, Gli incantesimi
dell’enciclopedia, in “Corriere della sera” del 8.6.1977, ora in Manganelli
1994, cit., p. 167.
20)
Manganelli 1994, cit.,p. 168.
21) G. Novelli, Sul linguaggio, in “Bit” n. 2, 1967, ora in “Grammatica 5. Gli scritti di Gastone Novelli”, La Nuova
Foglio Editrice/ Altrouno, Macerata maggio1976, pp.38-39.
22)
Il dattiloscritto originale, frutto di una conversazione tra Balestrini,
Giuliani, Manganelli, Novelli, Pagliarani, Perilli, il cui titolo è La carne
è l’uomo che crede al rapido consumo,fu redatto da Nanni Balestrini ed è conservato preso l’Archivio
Achille Perilli a Orvieto.
23) C. Lévi-Strauss, La pensée sauvage, Plon, Paris 1962.
24)
I più importanti sono G. Novelli, Pittura procedente da segni, in
“Grammatica” 1964, cit.,pp.
10-11, e Gastone Novelli, Il linguaggio e la sua funzione, in “Civiltà delle Macchine”, n. 1,
1969, ora in “Grammatica 5”, cit. pp.
34-35 e 45-47.
25) A. Perilli, G. Novelli (a cura di),
“Esperienza Moderna”, n. 1 aprile 1957, n. 2 agosto 1957, n. 3-4 dicembre 1957,
n. 5 marzo 1959, Roma.
26)
Tra il '51 e il '54 insegna composizione all'Istituto Superiore del Museo di San
Paolo, Brasile (M. Bonmassar, Biografia
in Gastone Novelli. Catalogo generale 1.
Pittura e scultura, a cura diP.
Bonani, M. Rinaldi, A. Tiddia, Silvana, Milano 2011).
27) Nella formazione e pratica artistica di Novelli è di
fondamentale
importanza il rapporto che ebbe con gli scrittori d’avanguardia francesi
e in
generale con la cultura francese, stringendo rapporti molto forti con
alcuni
esponenti dell’area tardo surrealista come René de Solier e del
Nouveau Roman
come Claude Simon. Nella sua biblioteca erano inoltre presenti volumi
che
riguardano la Patafisica, come l’opera completa di Alfred Jarry
(conservata per la maggior parte presso l'Archivio Francesco Michielin di
Treviso).