A PROPOSITO DEI COLLAGE
DI WISŁAVA SZYMBORSKA Introduzione di Paolo Albani ![]()
Alcuni scrittori – ad esempio Balzac, Nabokov, Parise, Pamuk – hanno coltivato in gioventù la passione per la pittura, a modo proprio e con diversa intensità: di loro si potrebbe dire, come ha scritto Tommaso Pincio, che per scoprirsi scrittori hanno dovuto diventare pittori mancati. Esistono poi casi in cui l’attività di scrittore e quella di pittore sono talmente strette, compenetrate che si potrebbe parlare, al pari del fenomeno del bilinguismo, di “soggetti bi-artistici” o di artisti duplicati (espressione che fa il verso al titolo del romanzo di José Saramago L’uomo duplicato). Due esempi per tutti: Alberto Savinio e Toti Scialoja, che in entrambi i campi – la scrittura e la pittura – si sono mossi con eguale abilità e incisività espressiva, lasciando una loro rilevante impronta sia come scrittori che come pittori. Ci sono infine scrittori che hanno affiancato alla scrittura l’attività pittorica, vissuta come un passatempo esercitato tuttavia a livelli dignitosi, attività che ha offerto loro nuovi stimoli creativi e nuove strade di ricerca espressiva per andare oltre la parola. Si pensi ad esempio ai guazzi (gouaches) e agli acquerelli di Raymond Queneau. In quest’ultima sezione rientrano i
poco conosciuti (almeno al di fuori della cerchia degli specialisti) collages di Wisława Szymborska di cui,
nella mia profonda ignoranza, ho sentito parlare la prima volta il 6 settembre
2017 a Roma, nella sede della Casa internazionale delle Donne, durante la
proiezione del film-documentario del giornalista e documentarista olandese John
Albert Jansen End and beginning meeting.
Wisława Szymborska, che inaugurò nel 2011 il prestigioso «Poetry
International Festival» di Rotterdam.
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![]() Paolo Albani, Lettera anonima, 2000 e 2018 Collezione Roberto De Filippo e collezione dell'artista
Perché
mai a tal punto singolare? Questa
e non quella? E qui che ci sto a fare? Di
martedì? In una casa e non nel nido? Pelle
e non squame? Non foglia, ma viso? Perché
di persona una volta soltanto? E sulla terra? Con una stella accanto? Dopo
tante ere di non presenza? Per
tutti i tempi e per tutti gli ioni? Per
i vibrioni e le costellazioni? E proprio adesso? Fino all'essenza? Sola
da me con me? Perché, mi chiedo, non a
lato né a miglia di distanza, non
ieri, né cent'anni addietro, siedo e
guardo un angolo buio della stanza –
come, rizzato il capo, sta a guardare la
cosa ringhiante che chiamano cane? Mi piace anche ricordare, oltre alle traduzioni poetiche di WS (poeti barocchi francesi, Baudelaire, de Musset, Goethe e altri), un volumetto di divertissement letterari (specialmente limerick), Filastrocche per bambini grandi con collage dell’autrice (2003), che la Szymborska ha scritto per diletto proprio e dei suoi amici, arricchito di deliziosi collage. Accanto alla produzione poetica (per la quale si veda Wisława
Szymborska, La gioia di scrivere. Tutte
le poesie (1945-2009), a cura di Pietro Marchesani, Adelphi, Milano, 2009:
in copertina c’è un collage di WS inviato a Marchesani il 7 aprile 2006),
mi hanno affascinato le straordinarie brevi prose Sono davvero contento che a omaggiare i collage di WS abbiano dato il loro contributo due szymborskiani doc come Giovanna Tomassucci, docente di Letteratura polacca all’Università di Pisa, e Luca Bernardini, docente presso il Dipartimento di lingue e letterature straniere dell’Università di Milano, affiancati da Ada De Pirro, storica dell'arte e artista, curatrice fra l’altro, insieme a Antonella Sbrilli, della mostra Ah, che rebus! Cinque secoli di enigmi fra arte e gioco in Italia, tenutasi a Palazzo Poli di Roma dal 16 dicembre 2010 all'8 marzo 2011, catalogo Mazzotta, e autrice per questa sezione on line della «Nuova Tèchne» di un approfondito lavoro intitolato Giorgio Manganelli e Gastone Novelli. Parole alle immagini e immagini alle parole. Per concludere, volendo sintetizzare in poche parole la personalità umana e poetica di WS, quale migliore scelta se non quella di affidarci all’Epitaffio da lei stessa scritto: Qui giace come virgola antiquata l’autrice di qualche poesia. La terra l’ha degnata dell’eterno riposo, sebbene la defunta dai gruppi letterari stesse ben distante. E anche sulla tomba di meglio non c’è niente di queste poche rime, d’un gufo e la bardana. Estrai dalla borsa il tuo personal, passante, e sulla sorte di Szymborska medita un istante Home page Indice collage di W. Szymborska |