TAMAGOTCHI
E ANAGRAMMA GIOCHI SPERICOLATI
di Giampaolo
Dossena
Sono in arrivo i
Tamagotchi della seconda
generazione:
Furby, Pikachu, Aibo eccetera. Ricominceranno le domande terroristiche:
è meglio un giocattolo-animale o un animale-giocattolo? La
realtà
virtuale aiuta ad affrontare la realtà vera? La realtà
elettronica
non è la realtà più vera? Sui piccoli mostri vibra
la luce del Grande fratello, il video game; la notizia più
recente
è quella del ragazzo di Torino che dopo aver trascorso cinque
notti
di fila davanti allo schermo è finito all'ospedale, reparto
pischiatria:
credeva di essere Kea, uno dei lottatori di Street Fighter.
Forse tutti i giochi sono pericolosi, forse anche
gli
anagrammi fanno male. Hanse Bellmer (1920-1975) sosteneva che gli
anagrammi
equivalgono sul piano del linguaggio a quella disarticolazione del
corpo
femminile che Bellmer perseguiva in disegni e sculture. Bellmer aveva
una
compagna dallo stirneriano nome di Unica Zurn (1916-1970): iniziata da
Bellmer all'arte degli anagramnu scrisse libri di poesie
anagrammatiche,
fu più volte ricoverata per schizofrenia e morì suicida.
Questa e altre notizie di humour noir in Oulipo compendium
a cura di Harry Mathews e Alistair Brotchie, Atlas Press, London 1998.
Potrebbero stare in compagnia di Unica Zurn
alcuni fra
gli autori antologizzati nella rivista Tèchne, di cui
è
uscito il n. 8 (Campanotto editore, via Marano 46, 33037 Pasian di
Prato
- Ud., sito Internet: http://www.campanotto.it). Il frontespizio dice:
"Rivista di giochi letterari e non". Il direttore è Paolo
Albani,
autore con Paolo della Bella di Forse Queneau, Enciclopedia delle
scienze
anomale, introduzione di Paolo Rossi (Zanichelli 1999).
Il Sole-24 ore del 30
gennaio 2000.