Chiedete
un uovo sodo al vostro lattaio. Pregatelo di sperarlo, cioè di guardarlo contro
luce, per controllarne la freschezza. Di solito l'uovo sarà di gallina. È possibile usare anche l'uovo d'anatra, che
è più grosso, per lo più di un colore leggermente verdastro e meno facile da
trovare. Ritornate a casa cercando di mantenere l'uovo intatto. È consigliabile preparare l'uovo sodo in
cucina, su un fornello. Attenzione! non mettere l'uovo direttamente sul
fornello, ma dentro una casseruola. In precedenza versare nella casseruola una
quantità d'acqua sufficiente a coprire l'uovo. Ad esempio, per una casseruola
cilindrica, con diametro di 20 centimetri
e altezza di 15 centimetri, non
occorre più di mezzo litro d'acqua. Potrete ottenere l'acqua anche girando la
chiavetta collocata, nella maggioranza dei casi, sopra l'acquaio; sul fuoco
dovrete mettere la casseruola contenente l'acqua nella quale è immerso l'uovo.
Se l'acqua è fredda potrete farla scaldare dopo aver acceso il fuoco del
fornello. Si accende il fornello mediante un fiammifero estratto da una
apposita scatoletta, avendo cura di strofinarne uno dei due lati ricoperti di
fosforo rosso. Poi porterete il fiammifero al di sopra degli orifizi del
bruciatore, dopo aver fatto ruotare i bottoni che consentono al gas di fluire
dentro i tubi e di arrivare agli orifizi attraverso i quali esce sotto forma di
fiammella. Invece del fiammifero, si possono usare sia l'accendino, sia
l'accenditore a selce piromaca o elettrico a pulsante. Aspettate che l'acqua
arrivi ad ebollizione. Poi immergetevi l'uovo.
Potrete toglierlo dieci minuti più tardi mediante un cucchiaio
onde evitare la scottatura delle dita. Mettere l'uovo sotto l'acqua fredda allo
stesso fine. Quindi asportare il guscio: per compiere questa operazione,
battere il suddetto guscio molto leggermente con un coltello o un cucchiaino da
caffè pulito. Una volta ottenuta una sottile fenditura, deporre il corpo
contundente e staccare il guscio adoperando con delicatezza, tout court, le vostre dita. Getterete i resti
del guscio, che non è commestibile,
in un portaimmondizie o nel lavandino, e collocherete l'uovo su un
piatto preferibilmente piano. Potrete tagliarlo in due spicchi nel senso della
lunghezza usando un coltello. Cospargere di sale e, a seconda dei gusti, di
burro caldo o di olio. Si può anche tagliarlo nel senso della larghezza in spicchi più sottili e
mescolarlo
all'insalata. È possibile anche
consumare l'uovo senza tagliarlo a fette. In tal caso lo si porta con la mano
alla bocca senza l'ausilio della forchetta e lo si morde, come se fosse una
mela, dopo averci affondato dentro gli incisivi ed i canini per staccarne ciò
che si chiama un boccone (da «bocca»), poi un secondo, un terzo. Di solito, da
tre a sei bocconi sono sufficienti al conseguimento dello scopo.
Esiste eventualmente la possibilità di mangiare l'uovo senza
sale, senza burro e senza olio.
Chi desidera avere due o tre uova dovrà semplicemente
raddoppiare o triplicare la dose. Il tempo di cottura non muterà, a condizione
di mettere tutte le uova assieme. Facendo bollire un liquido o facendo cuocere
un prodotto alimentare (lesso, passato di piselli, ecc.), si constata che il tempo
di cottura varia a seconda della quantità o dello spessore dei cibi sottoposti
all'azione del fuoco. Le uova, a patto che le si faccia cuocere nel loro
guscio, fanno eccezione alla regola. Messe assieme, il loro numero non
influisce sul tempo di cottura. Questa particolarità non dev'essere trascurata.
Se l'uovo, nonostante tutte le precauzioni prese, è marcio,
buttatelo. L'uovo marcio si riconosce dall'odore nauseabondo, dovuto alla
decomposizione chimica che genera acido solfidrico H2S. In tal caso
potrete manifestare le vostre lagnanze sia direttamente al fornitore, sia
all'Ufficio d'igiene e controllo alimentare, l'indirizzo del quale è registrato
nell'elenco telefonico reperibile presso tutti gli abbonati come del pari
presso i caffè e gli uffici postali. L'uovo sodo si distingue dall'uovo crudo o
bazzotto o alla coque grazie alla consistenza più compatta dovuta alla
disidratazione derivante dalla cottura. Nell'uovo detto alla coque, il giallo
resta liquido; nell'uovo sodo il giallo e il bianco sono rappresi.
Durante la cottura possono verificarsi lievi incidenti. Casi, ad
esempio, il guscio può fendersi ed una parte del contenuto spandersi
nell'acqua: molto più raramente la totalità del contenuto. Non preoccupatevi
della cosa in quanto il contenuto continua a cuocere anche fuori del guscio.
Alla fine della cottura potrete raccogliere i pezzi
solidificati mediante un cucchiaio. Potrete anche mettere un altro uovo nella casseruola,
ossia ricominciare da capo l'operazione.
Taluni autori preferiscono e raccomandano
che si immerga l'uovo nell'acqua fredda; in tal caso diminuiscono i rischi di
rottura del guscio, giacché esso si riscalda e dilata gradualmente. Una
dilatazione brusca è difficile da prevedere, in quanto il suo sviluppo non è
visibile ad occhio nudo.
Se mettete l'uovo in acqua fredda,
per farlo cuocete contemporaneamente alla bollitura dell'acqua, la durata
totale dell'operazione di solidificazione è meno lunga. Informarsi sui tempi
esatti.
Il fornello a gas non è
rigorosamente indispensabile per la preparazione del cosiddetto uovo sodo. Si possono usare il
fuoco del
camino, la graticola, la stufa a legna, elettrica o ad alcool, ecc., e persino la sabbia
calda (differenza di durata di cottura da tener presente).
L'uovo è un alimento sano e nutriente. Tuttavia è
sconsigliato e poco raccomandato in determinati casi. Attenersi alle
istruzioni del medico curante.
Fonte: Eugène Ionesco,
«Come preparare un uovo sodo», in Teatro
2, traduzione e cura di Gian Renzo Morteo, Einaudi, Torino, 1967, pp.
363-367.
Il testo è compreso
nel N° 22 della rivista, scaricabile gratuitamente in formato PDF cliccando qui.
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