GUIDA AL NULLA
di
Jaroslav Hašek
Introduzione
Se si trovasse un coraggioso che
leggesse alcune centinaia di libri
che gli autori intitolano, con incredibile sfrontatezza, Guida,
non abbiamo il minimo dubbio che questo cittadino diventerebbe
perfettamente
cretino e non farebbe altro che usare le frasi e le espressioni
magniloquenti
di coloro che scrivono le loro Guide dei castelli o delle
città.
Questo cittadino rincretinito e rimbecillito ripeterebbe senza posa
queste frasi:
«Il mio occhio scorge con vista rapida l'affascinante
panorama...»
«Il mio occhio non riesce a saziarsi alla vista...»
«Il mio occhio si sofferma...»
«L'occhio mio accidentalmente osserva...»
«Attira l'occhio...»
«Lo sguardo s'affretta...»
«Il nostro sguardo vola...»
«Il nostro sguardo incontra...»
«La nostra vista fatica a...»
«E il nostro occhio vedrà nuovamente...»
«Uno sguardo circolare...»
«L'occhio nostro si ferma per riposare, per non vedere
guardando...»
«Se prendiamo il sentiero, potremo osservare...»
«Se ci giriamo, non potrà sfuggire al nostro
sguardo…»
«Se guardiamo oltre, lo sguardo cadrà
involontariamente...»
«Si offre la vista gentile...»
«Fermando lo sguardo su...»
«Spingendo e levando lo sguardo, apparirà...»
In queste Guide si ha l'impressione che se uno dovesse
procedere
secondo questa ricetta, si torcerebbe
il collo seguendo questi ordini: «Voltiamoci - osserviamo a
destra
- rivolgiamo lo sguardo - socchiudiamo gli occhi - giriamo a sinistra -
guardiamo avanti - sorvoliamo rapidamente l'orizzonte fino alla
lontananza
- Fermiamoci...».
Dio mio! Che cosa resterebbe di quell'infelice! Prima comincerebbe
a girare sempre più rapidamente intorno al proprio asse e gli
occhi
gli colerebbero fuori dalle orbite, e infine si spiaccicherebbe nella
lontananza
e ne rimarrebbe soltanto una poltiglia, dalla quale, emergerebbe una Guida
aperta alla prima pagina, che dice: «"Così era
probabilmente
il paradiso biblico!" esclamò acceso d'entusiasmo uno dei
visitatori...».
Passo pertanto alla pubblicazione del mio scritto Guida al nulla.
Prefazione
La presente opera deve riempire nelle mie intenzioni una lacuna vistosa
nella nostra letteratura di viaggio. I nostri turisti sbagliano a
ricercare
i luoghi dove è rimasto qualcosa e dove i dintorni agiscono su
di
noi con la potente bellezza del paesaggio.
Il mio scritto si occuperà particolareggiatamente delle bellezze
del Nulla, trascurate con vero odio da matrigna.
Sarà dunque una Guida per i luoghi dove non c'è
assolutamente nulla, sicché decade ogni possibilità che
lo
sguardo ricerchi qualcosa e che nasca con ciò per il povero
turista
il pericolo di torcersi il collo.
Il lavoro che ho svolto per poter mettere insieme il mio librettino
è stato assai duro, in quanto non ho potuto ricorrere a nessuna
fonte, già per il fatto che il luogo che viene descritto non ha
nessuna storia, nessun monumento storico e nessuna topografia.
I miei ringraziamenti doverosi vanno a quello sconosciuto vagabondo
che in quel luogo dove non vi sono monumenti né bellezze nei
dintorni
stava disteso sull'erba con una bottiglia di acquavite e mi fece notare
che anche lì si stava bene.
Giungendo a quel luogo dove non
c'è nulla, il nostro occhio cerca
invano una vista, in quanto ci troviamo in luoghi nei quali è
concentrato
un grande nulla. Non possiamo affermare che ci troviamo in pianura. Non
è neanche una pianura.
La geografia fisica non conosce un termine per questo luogo.
Il visitatore osserva subito che non c'è nulla né davanti
a lui, né dietro a lui, né sopra di lui, né sotto
di lui.
Affinché l'occhio non cerchi invano, metto sull'avviso i
visitatori
col seguente elenco di oggetti che non troveranno e dei quali dunque
l'occhio
non può meravigliarsi.
È un grande vantaggio, in quanto l'occhio non può
spaziare
per questi oggetti, che qui non ci sono.
Mancano qui:
1. Verdi boschi ombrosi.
2. Fertili e ubertosi campi col grano al vento.
3. Cielo azzurrognolo.
4. Ampi spazi.
5. Tappeto variopinto dei fiori.
6. Cirri e frutteti.
7. Treno sferragliante.
8. Colli e ruscelli.
9. Torri delle città.
10. Ruderi e chiesette campagnole.
Avverto i visitatori di questo
luogo memorabile che qui non possono
seguire nessuna via. Non ci sono vie. Se ci siano mai state qui delle
vie,
il visitatore non riuscirà ad appurare neanche dai più
anziani
testimoni sopravvissuti, in quanto essi sono ormai da tempo morti e
anzi
si ritiene che qui non vi fosse nessun abitante del luogo.
Cerchiamo invano anche nei dintorni.
Poiché questo luogo non ha
storia, decade da sé il seguito
di questo capitolo.
Postfazione
Ringrazio qui tutti i lettori che hanno resistito a leggere fino alla
fine.
Questo librettino intende costituire un nuovo impulso all'ulteriore
incremento delle Guide di Vattelapesca e Vattelacaccia.
Fonte: Jaroslav Hašek,
"Guida al nulla", in Racconti,
a cura di Sergio Corduas, Mondadori, Milano, 2006, pp. 421-425.
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