Marcel Duchamp
SUL NON FINITO 1
Non ho mai finito il Grande vetro perché, dopo averci lavorato
per otto anni, mi sono interessato probabilmente di qualcos’altro; ero
anche stanco. Può darsi che nel mio subcosciente non abbia mai
avuto l’intenzione di finirlo perché la parola
«finire» implica l’accettazione di metodi tradizionali e di
tutto l’armamentario che li accompagna.2
[Ho] la sensazione che a volte nella cosa non finita c’è di più, c’è più di quanto non si possa ottenere o cambiare o migliorare o rendere più perfetto nel prodotto finito. Fonte: Arturo Schwarz, La sposa messa a nudo in Marcel Duchamp, anche, Einaudi, Torino, 1974, p. 178. Il primo brano è tratto da Katharine Kuh, «Marcel Duchamp», intervista in The Artist’s Voice: Talks with Seventeen Artists, Harper & Row, New York-Evanston, 1962, pp. 81-93; il secondo da Calvin Tomkins, The Bride and the Bachelor: the Heretical Courtship in Modern Art, The Viking Press, New York, 1965, p. 49. Il titolo del testo di Duchamp è redazionale. Tèchne, 21, 2012, p. 9.
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