DELL’USO DEI NUMERI IN LETTERATURA I numeri sono un sistema di scrittura ideografica molto comodo
ed economico; sembrano entità fredde e impassibili, mentre io trovo
che nei numeri (e nei simboli matematici) ci sia un latente erotismo, non
abbastanza utilizzato. Esempio: il 3,14 (o pi greco) lo si può sentire
come un modo scorciato per alludere al membro maschile (“Era lì
che si tirava il 3 e 14 e non se lo lasciava stare”); o il 66 (“Si calò
le braghe e si poggiò con tutto il 66 sull’asse del cesso”). Qualcosa
nella lingua per la verità c’è già, esempio: 2 e 2
quattro per dire in un attimo (o 4 e 4 otto); ma non vale 3 e 3 sei, non
è in uso; e si può però incominciare a osservare che
è leggermente più veloce 2 e 2 quattro, cioè ha meno
ostacoli che il 4 e 4 otto. Ma se dicessi “in 3 e 3 sei arrivò a
casa”, prima di tutto sarei capito? Credo di sì, perché il
rimando al 2 e 2 quattro è evidente, ma in più c’è
di mezzo qualche intralcio alla locomozione, ad esempio è uno che
usa una stampella: “Aiutandosi con la stampella in 3 e 3 sei arrivò
a casa”. Beh, devo dire, abbastanza efficace. Da cui se ne deduce che tante
altre somme potrebbero entrare nell’uso come espressioni, raffinando la
gamma delle differenze. “In 6 e 6 dodici arrivò a casa”, cosa significa?
Forse che c’era del ghiaccio o dell’unto per terra ed è stato aiutato
dalle scivolate, un po’ come 4 e 4 otto che fa anche rumore, si buttano
giù delle sedie, degli sgabelli per arrivare prima, mentre in 2
e 2 quattro si tende a fare dei passi che sono dei salti. Così mi
sembra. “In 8 e 8 sedici arrivò a casa”, a mio giudizio qui uno
si tira dietro qualche amico incontrato per strada, col quale si è
anche fermato a bere in fretta un bicchierino in un bar, per cui in 8 e
8 sedici significa che arriva a casa anche un po’ ciucco, cioè non
cammina dritto del tutto. Mi auguro che queste espressioni entrino, perché
allora con le infinite potenzialità dei numeri e delle operazioni
aritmetiche, si aprirebbe un grande campo di possibilità espressive.
“Lui la prese e fecero un 4 per 4”; cosa fecero? L’immaginazione si apre,
ci si conturba.
“Si distesero a mo’ di 88”, chissà com’è, ma dev’essere bello;
e sarebbe bello se ogni gesto erotico o amoroso avesse un suo numero. «La
bocca mi baciò tutto tremante» (Dante Alighieri). Se Francesca
a Paolo avesse detto: “La bocca mi baciò a 74”, sarebbe stato un
bacio storto, un po’ da dietro, molto scomodo. “La bocca mi baciò
a 77”, qui debbono essersi toccati i denti, Paolo ci mise una certa foga
e forse è saltato un po’ di smalto. “La bocca mi baciò al
100%”, qui siamo di fronte a un perfezionista. “La bocca mi baciò
3 per 80”: ci dev’essere qualcosa di spalancato, che rinvia ad un’area,
esprimibile anche in metri quadri, e così via. Dante Alighieri avrebbe
potuto essere più circostanziato sulla tecnica, con l’uso di formule
numeriche, senza cadere nella pornografia. “La bocca mi baciò 20
al quadrato”(che si può scrivere 20²), cioè esagerando
un po’ sull’intensità della prestazione. Quel “tutto tremante” è
un po’ povero e impreciso, poteva dire “La bocca mi baciò per 4
quinti” (o 4/5), cioè non completamente per via del tremore, o anche
“La bocca mi baciò 3,3” (con 3 periodico, numero irrazionale che
rinvia all’irrazionalità del bacio), ma non essendo un buon endecasillabo
si può scrivere “La bocca mi baciò col 3 periodico” che è
verso sdrucciolo e a mio avviso rinvia a reiterazione e tremore. Forse
il tremore non si coglie bene, ma si può esprimere l’esitazione
e l’avvicinamento fatale con una curva logaritmica: “La bocca mi baciò
con logaritmo”, che forse non è un gran verso, anche difficile da
far rimare, però contiene l’immagine degli assi cartesiani (che
sono Paolo e Francesca) e del bacio che tende senza mai giungere, e quando
giunge si è aperto il tempo infinito dell’aldilà, dell’espiazione
(e dell’amore eterno). La curva logaritmica (che si può scrivere
numericamente per indicare la posizione delle bocche nello spazio) la trovo
conturbante, come una situazione compromessa e sospesa, che procrastina
il precipitare della congiunzione.
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