pagina del sito di Tèchne di Paolo Albani

Renzo Butazzi
UMOR NERO
E ALTRE POESIE INSENSATE O QUASI



UMOR NERO

Un buon Natale

Che magro dicembre ho passato.
Giuseppe era troppo frollato,
Ubaldo l’ho fatto bollito
ma tutto quel grasso l’ho mal digerito.
Peggiore di tutti Pasquale:
puzzava e ho dovuto buttarlo.
Di buono soltanto Natale.
Però che fatica ammazzarlo!

Una bella esecuzione

Guidubaldo fu perfetto
nel tenere il do di petto
e Riccardo col violino
fu un artista sopraffino.
Ma la meglio esecuzione
resta quella di Torquato:
con la corda ed il sapone
in un lampo fu impiccato.

La vita

Non facciamo che guarire,
nell’attesa di morire.


GUERRA

Armi intelligenti

Un braccio strappato,
una fetta di volto con il naso attaccato,
grumi, pozze di sangue.
Tre gambe in frantumi,
o forse quattro.
Uno specchio rotto,
uno straccio fradicio e rosso,
uno sputo. O era un occhio?
Un addome esploso,
rossastro, schiumoso,
sei morti piccini anneriti dal fuoco.
Un ragazzo che piange solo
sulla madre straziata.
Che vuoi farci figliolo?
Il missile teleguidato
purtroppo ha sbagliato.


Professionisti

Ci piace la guerra,
la pace ci annoia.
Spariamo con gioia.
Ci piace vedere la gente tranciata,
sventrata, spalmata per terra.
Nel colpo alla nuca
ci piace il bazzuca.
Esplode la testa,
tutto vola lontano,
brandelli di carne
e sangue umano.
Dà un senso di festa,
di carnevale,
anche a un'esecuzione banale.
Sparo, ergo sum.
Viva l'effetto dei colpi dum-dum.

Autonomia

Per l'autonomia
della propria etnia
gli Hutu ed i Tutsi
si sparavan con gli Uzi,
i serbi e i croati
eran pazzi pei razzi,
i musulmani,
laici e osservanti
si davan da fare con armi pesanti,
mentre i bosniaci, che son miscelati,
usavano obici e carrarmati.
L'autonomia è cosa assai bella
ma per i pochi rimasti a goderla.


CRONACA

Dirigente frustrato della Fiat di Torino
in casa, ogni giorno, suonava il violino.
Non era gran che
e lo capì da sé‚
quando venne strozzato dal suo vicino.

Un mendicante cieco di Bolzano
che campava tendendo altrui la mano
ebbe una cicca accesa
per la sua spesa.
Ora tende un piattello da lontano.

Viveva a Montmartre un commerciante di strass
che amava un droghiere di rue Montparnasse.
Quand'ei lo tradì
in un garnì di Pigalle
con un laccio di strass gli strappò le balles.

Una masseuse di Ventimiglia,
che massaggiava da Nizza a Marsiglia,
a causa d’un bruto
morì in un minuto.
Adesso i clienti li massaggia la figlia.

Ministro

Un bravo Ministro per la Famiglia,
da sempre legato alla moglie a alla figlia
un dì si slegò
e le ammazzò.
Ora è un ex bravo ministro per la famiglia.



POLITICA

Il viaggio

C’era un partito che veniva da lontano e andava lontano:
era il grande Partito Comunista Italiano.
Ma si sentì troppo in vista,
si fermò e diventò riformista,
quel grande partito che veniva da lontano per andare lontano.

Devoluscion

C’era un francescano pugliese
che commentava il Vangelo a Varese.
Ma una sera, mentre faceva pipì,
lo vide un leghista di Mondovì
che gli sparò proprio lì, a quel francescano pugliese

C’era un psicoanalista terrone
che curava le nevrosi a Clusone.
Ma i Patrioti Padani Irredenti
lo presero a calci nei denti,
quell’analista terrone a Clusone.


Politico Colluso

Lunedì lo passò in Parlamento
martedì concluse un affare
mercoledì fece assumere gente
giovedì ne fece ammazzare
venerdì pagò una tangente
sabato l'incassò
domenica andò a messa e si riposò.

Riflusso 1

Senza alcuna alternativa
mentre tutto gli sfuggiva,
chiuso al cesso, lesto lesto,
fece a pezzi “Il Manifesto”.

Riflusso 2

Scaldato poco e male
dal Sol dell’Avvenire,
tentò di non soffrire
bruciando un Capitale.

Riflusso 3

Tutto è silenzio.
L’ideale defunto,
il partito consunto.
La catarsi ormai 
più non aspetto
e non sapendo che fare
m'introspetto.
Ogni giorno mi guardo l'ombelico.
Come sei tondo,
gli dico,
come sei nero
oh, che sguardo severo!
Cos'è quel mistero profondo
che da te si diffonde?
Lui non risponde.
Invan lusingo, prego, imploro
quel chiuso foro.
Anch'egli tace.
Avrò mai pace?

Riflusso 4

Cumulo d'escrementi
ho contemplato.
Aulente,
tiepido ancora
e di colore ambrato.
Parea che respirasse
e parlarmi volesse.
Donde venisti?
ho domandato.
Da qual riposto albergo
te n'uscisti?
Da qual ano?
A lungo attesi invano
una parola.
Chi dice
che tornare al privato
ci consola?

Riflusso inverso

Amo la mia
demo crazia,
perché mediocre
pur ch’ella sia
è demo sorella
di cramamma mia.


Riconciliazione

In fede dichiaro,
come richiesto
per il 25 del quarto mese,
che sono riconciliato con il passato.
Ma con il presente palese
e il futuro funesto
mi disconcilio ancora,
qualunque sia l’ora, il giorno e il mese.


MESTIERI D’OGGI

Faccio il water in una pizzeria.
Quanti culi che ho visto in vita mia!
Culi leggiadri di belle donne,
culi sparati dalle minigonne,
culi frananti da pantalonacci,
culi vizzi e rugosi,
culi lisci, culi pelosi,
culi marmorei e diacci,
culi palpati e caldi.
Culi ribaldi dal parlare tosto,
culi di molto fumo e poco arrosto,
e culi che mantengon la parola,
pienando il vaso in una volta sola.
Culi orgogliosi e culi dimessi,
culi con gli annessi e i connessi,
umidi e commossi.
Culi di giapponesi piccoli e gialli,
culi notturni di senegalesi
e i culi di ricotta degli inglesi.
Culi loquaci come pappagalli,
culi silenti, culi fetenti,
pochi casi di culi aulenti,
ma, cosa bizzarra e rara,
ho visto un culo più grosso
di quello di Ferrara.
Fare il water in una pizzeria
è il lavoro più vario che ci sia,
ma tra un po’ mi ritiro.
Son vecchio e comincia a mancarmi
il respiro.

Divinità moderna

Di chi fornica giulivo
sono il nume tutelare,
sono il Vip dello scopare,
sono un divo,
sono spesso conclusivo.
Sono Dio Preservativo!
Mi si chiede, mi s'invoca,
con la voce un poco fioca,
mi s'impone in erezione
per avere protezione.
Dalla fin del novecento
sono un mitico indumento,
sono un essere emblematico,
sono un viatico,
sono un vero democratico:
vesto il pirla più antipatico
e lo rendo carismatico.
Perciò aspetto ogni momento
quanto meno un monumento.

INSENSATE O QUASI

Commosso al solo guardarlo,
lo ammetto,
dal suo ovale perfetto,
non ebbi il coraggio di strapazzarlo.
Lo mangiai sodo
e ancora ne godo.

Una frittata
s’è ammazzata
cadendo nella brace
dalla padella.
Era bella
e a cena dispiace.

Con la lana e con il panno,
per un anno, con affanno,
un bemolle ho strofinato:
lui, però, non  s’è asciugato!

La vita a Berna
credeva eterna,
ma cadde giù
e il cor fu
a Corfù.

Vivente fu perito,
però perì.
E appena fu perito
finì d’esser perito.

Un dubbio m’assilla di giorno e di sera:
nella mela il verme c’è entrato,
oppure già c’era
e la mela l’ha circondato?

È in bara
il barista barese
che barò col barone
Boris
per bere gratis
Barolo ad Albaro.

Ambiguità

Se solo
su sale,
affronta le scale;
ma se su solo sale,
può esser lo stesso
o sta parlando del lesso.

Turbamento

Striscia la biscia
a far la piscia
e  s’attarda.
Turbato, un bruco,
la guarda.

Sfortuna a Magonza

Cauto,
sta sul chi vive un crauto.
Tarda è la sera e spera.
Invano.
Senza commenti
Otto lo guarda,
e prende la mostarda.

Pane e radicchio

C'era un  baronetto scozzese parecchissimo tirchio
che per risparmiare mangiava pane e radicchio
finché, stremato, finì all'ospedale
che gli costò un capitale.
Certo fu colpa del pane, mangerò solo radicchio,
pensò quel baronetto scozzese parecchissimo tirchio.

L'orologio a cucù

C'era un orologiaio di Cantù che teneva in giardino un orologio a cucù,
ma dopo anni che diceva così, l'orologio parlante non ne poteva più.
Volendo cambiare
si mise a fischiare
finché un cacciatore un po' scemo credé fosse un merlo, sparò e lui cadde giù,
quell'orologio a cucù che teneva in giardino l'orologiaio di Cantù.

Ingegnere artigiano

C'era un ingegnere pavese che predicava di sé "sono un bravo artigiano,
non uso macchine di alcun genere perché i miei calcoli li faccio a mano".
Ma quando crollò un viadotto
e tanti ci restarono sotto
l'avvocato gli disse che per contare gli anni di pena non gli bastava una mano
a quell'ingegnere pavese che predicava di sé "sono un bravo artigiano".

Dubbio di Natale

Nella notte odorosa
suona la cornamusa
dolce una ninnananna.
Misti alle note gaie
piovon nella capanna
e nella mangiatoia
petali di rosa e fiori di papaie.
Un babbo e una mamma
cullano il bambino
nella coda dorata
d'una stella cometa
che scende dal camino.
Arrivano i Re Magi sui cammelli,
carichi d'ori, di sete, di gioielli.

Guardando gli animali appena giunti,
alti, eleganti in ricchi finimenti,
il bue ed il somaro
si chiedono perplessi:
toccar loro la gobba
ci porterà fortuna
o rimarremo gli stessi?

Orrore in drogheria

Stride come una sega
il ginocchio artritico
della fundeghera
mentre si china
a chiuder bottega
il sabato sera.


Rigetto

Ho preso l'indigestione dal libraio,
brulicante formicaio
di copertine millecolori e
ho rigettato
titoli e autori.

Dal Gommista

La prego, insigne sintattico,
grammatico e dotto letterato:
ho questo pro-lattico rotto,
anzi, bucato.
Mi servirebbe una fi
da mettere qui

Incompiuta

Nuvole,
dai profili pieni di nasi
per l'aere vanno
senza  far tempesta
o danno.
È serata mesta
e mi si affloscia la gota.
Oh, vacca!
Se al poeta non scappasse
la cacca!

Rosa porosa

Se non poesia,
almen sia prosa,
scrisse la rosa.
Ma aggiunse un'O
e l'imporrò.

Menzogno

Stanotte ho menzognato
sognando di sognare
ch'ero sveglio
mentre ero addormentato.

Passatempo di malato

Smagrito Magritte,
colpito da grippe,
disegna col dito
il nome Santippe
sul vetro appannato.
E guarda nel prato.

Dubbio ortofrutticolo

Spesso
vorrei sapere
se il pero perplesso
si domanda
cosa c'entrino le pere
col sapere.

Uovo a male

Sporgendosi
dall'albume di prua
montato a nave
il nostroVo gridò:
"Uovo a male!
Gettate la frittata di salvataggio!"

Scioglimente

Tra la gente,
certamente,
certa mente
trasformando,
indubbiamente,
certa mente
in dubbia mente.


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