Renzo Butazzi
UMOR NERO E ALTRE POESIE INSENSATE O QUASI UMOR NERO
Un buon Natale Che magro dicembre ho passato. Giuseppe era troppo frollato, Ubaldo l’ho fatto bollito ma tutto quel grasso l’ho mal digerito. Peggiore di tutti Pasquale: puzzava e ho dovuto buttarlo. Di buono soltanto Natale. Però che fatica ammazzarlo! Una bella esecuzione Guidubaldo fu perfetto nel tenere il do di petto e Riccardo col violino fu un artista sopraffino. Ma la meglio esecuzione resta quella di Torquato: con la corda ed il sapone in un lampo fu impiccato. La vita Non facciamo che guarire, nell’attesa di morire. GUERRA
Armi intelligenti Un braccio strappato, una fetta di volto con il naso attaccato, grumi, pozze di sangue. Tre gambe in frantumi, o forse quattro. Uno specchio rotto, uno straccio fradicio e rosso, uno sputo. O era un occhio? Un addome esploso, rossastro, schiumoso, sei morti piccini anneriti dal fuoco. Un ragazzo che piange solo sulla madre straziata. Che vuoi farci figliolo? Il missile teleguidato purtroppo ha sbagliato. Professionisti Ci piace la guerra, la pace ci annoia. Spariamo con gioia. Ci piace vedere la gente tranciata, sventrata, spalmata per terra. Nel colpo alla nuca ci piace il bazzuca. Esplode la testa, tutto vola lontano, brandelli di carne e sangue umano. Dà un senso di festa, di carnevale, anche a un'esecuzione banale. Sparo, ergo sum. Viva l'effetto dei colpi dum-dum. Autonomia Per l'autonomia della propria etnia gli Hutu ed i Tutsi si sparavan con gli Uzi, i serbi e i croati eran pazzi pei razzi, i musulmani, laici e osservanti si davan da fare con armi pesanti, mentre i bosniaci, che son miscelati, usavano obici e carrarmati. L'autonomia è cosa assai bella ma per i pochi rimasti a goderla. CRONACA
Dirigente frustrato della Fiat di Torino in casa, ogni giorno, suonava il violino. Non era gran che e lo capì da sé‚ quando venne strozzato dal suo vicino. Un mendicante cieco di Bolzano che campava tendendo altrui la mano ebbe una cicca accesa per la sua spesa. Ora tende un piattello da lontano. Viveva a Montmartre un commerciante di strass che amava un droghiere di rue Montparnasse. Quand'ei lo tradì in un garnì di Pigalle con un laccio di strass gli strappò le balles. Una masseuse di Ventimiglia, che massaggiava da Nizza a Marsiglia, a causa d’un bruto morì in un minuto. Adesso i clienti li massaggia la figlia. Ministro Un bravo Ministro per la Famiglia, da sempre legato alla moglie a alla figlia un dì si slegò e le ammazzò. Ora è un ex bravo ministro per la famiglia. POLITICA
Il viaggio C’era un partito che veniva da lontano e andava lontano: era il grande Partito Comunista Italiano. Ma si sentì troppo in vista, si fermò e diventò riformista, quel grande partito che veniva da lontano per andare lontano. Devoluscion C’era un francescano pugliese che commentava il Vangelo a Varese. Ma una sera, mentre faceva pipì, lo vide un leghista di Mondovì che gli sparò proprio lì, a quel francescano pugliese C’era un psicoanalista terrone che curava le nevrosi a Clusone. Ma i Patrioti Padani Irredenti lo presero a calci nei denti, quell’analista terrone a Clusone. Politico Colluso Lunedì lo passò in Parlamento martedì concluse un affare mercoledì fece assumere gente giovedì ne fece ammazzare venerdì pagò una tangente sabato l'incassò domenica andò a messa e si riposò. Riflusso 1 Senza alcuna alternativa mentre tutto gli sfuggiva, chiuso al cesso, lesto lesto, fece a pezzi “Il Manifesto”. Riflusso 2 Scaldato poco e male dal Sol dell’Avvenire, tentò di non soffrire bruciando un Capitale. Riflusso 3 Tutto è silenzio. L’ideale defunto, il partito consunto. La catarsi ormai più non aspetto e non sapendo che fare m'introspetto. Ogni giorno mi guardo l'ombelico. Come sei tondo, gli dico, come sei nero oh, che sguardo severo! Cos'è quel mistero profondo che da te si diffonde? Lui non risponde. Invan lusingo, prego, imploro quel chiuso foro. Anch'egli tace. Avrò mai pace? Riflusso 4 Cumulo d'escrementi ho contemplato. Aulente, tiepido ancora e di colore ambrato. Parea che respirasse e parlarmi volesse. Donde venisti? ho domandato. Da qual riposto albergo te n'uscisti? Da qual ano? A lungo attesi invano una parola. Chi dice che tornare al privato ci consola? Riflusso inverso Amo la mia demo crazia, perché mediocre pur ch’ella sia è demo sorella di cramamma mia. Riconciliazione In fede dichiaro, come richiesto per il 25 del quarto mese, che sono riconciliato con il passato. Ma con il presente palese e il futuro funesto mi disconcilio ancora, qualunque sia l’ora, il giorno e il mese. MESTIERI D’OGGI
Faccio il water in una pizzeria. Quanti culi che ho visto in vita mia! Culi leggiadri di belle donne, culi sparati dalle minigonne, culi frananti da pantalonacci, culi vizzi e rugosi, culi lisci, culi pelosi, culi marmorei e diacci, culi palpati e caldi. Culi ribaldi dal parlare tosto, culi di molto fumo e poco arrosto, e culi che mantengon la parola, pienando il vaso in una volta sola. Culi orgogliosi e culi dimessi, culi con gli annessi e i connessi, umidi e commossi. Culi di giapponesi piccoli e gialli, culi notturni di senegalesi e i culi di ricotta degli inglesi. Culi loquaci come pappagalli, culi silenti, culi fetenti, pochi casi di culi aulenti, ma, cosa bizzarra e rara, ho visto un culo più grosso di quello di Ferrara. Fare il water in una pizzeria è il lavoro più vario che ci sia, ma tra un po’ mi ritiro. Son vecchio e comincia a mancarmi il respiro. Divinità moderna Di chi fornica giulivo sono il nume tutelare, sono il Vip dello scopare, sono un divo, sono spesso conclusivo. Sono Dio Preservativo! Mi si chiede, mi s'invoca, con la voce un poco fioca, mi s'impone in erezione per avere protezione. Dalla fin del novecento sono un mitico indumento, sono un essere emblematico, sono un viatico, sono un vero democratico: vesto il pirla più antipatico e lo rendo carismatico. Perciò aspetto ogni momento quanto meno un monumento. INSENSATE O QUASI
Commosso al solo guardarlo, lo ammetto, dal suo ovale perfetto, non ebbi il coraggio di strapazzarlo. Lo mangiai sodo e ancora ne godo. Una frittata s’è ammazzata cadendo nella brace dalla padella. Era bella e a cena dispiace. Con la lana e con il panno, per un anno, con affanno, un bemolle ho strofinato: lui, però, non s’è asciugato! La vita a Berna credeva eterna, ma cadde giù e il cor fu a Corfù. Vivente fu perito, però perì. E appena fu perito finì d’esser perito. Un dubbio m’assilla di giorno e di sera: nella mela il verme c’è entrato, oppure già c’era e la mela l’ha circondato? È in bara il barista barese che barò col barone Boris per bere gratis Barolo ad Albaro. Ambiguità Se solo su sale, affronta le scale; ma se su solo sale, può esser lo stesso o sta parlando del lesso. Turbamento Striscia la biscia a far la piscia e s’attarda. Turbato, un bruco, la guarda. Sfortuna a Magonza Cauto, sta sul chi vive un crauto. Tarda è la sera e spera. Invano. Senza commenti Otto lo guarda, e prende la mostarda. Pane e radicchio C'era un baronetto scozzese parecchissimo tirchio che per risparmiare mangiava pane e radicchio finché, stremato, finì all'ospedale che gli costò un capitale. Certo fu colpa del pane, mangerò solo radicchio, pensò quel baronetto scozzese parecchissimo tirchio. L'orologio a cucù C'era un orologiaio di Cantù che teneva in giardino un orologio a cucù, ma dopo anni che diceva così, l'orologio parlante non ne poteva più. Volendo cambiare si mise a fischiare finché un cacciatore un po' scemo credé fosse un merlo, sparò e lui cadde giù, quell'orologio a cucù che teneva in giardino l'orologiaio di Cantù. Ingegnere artigiano C'era un ingegnere pavese che predicava di sé "sono un bravo artigiano, non uso macchine di alcun genere perché i miei calcoli li faccio a mano". Ma quando crollò un viadotto e tanti ci restarono sotto l'avvocato gli disse che per contare gli anni di pena non gli bastava una mano a quell'ingegnere pavese che predicava di sé "sono un bravo artigiano". Dubbio di Natale Nella notte odorosa suona la cornamusa dolce una ninnananna. Misti alle note gaie piovon nella capanna e nella mangiatoia petali di rosa e fiori di papaie. Un babbo e una mamma cullano il bambino nella coda dorata d'una stella cometa che scende dal camino. Arrivano i Re Magi sui cammelli, carichi d'ori, di sete, di gioielli. Guardando gli animali appena giunti, alti, eleganti in ricchi finimenti, il bue ed il somaro si chiedono perplessi: toccar loro la gobba ci porterà fortuna o rimarremo gli stessi? Orrore in drogheria Stride come una sega il ginocchio artritico della fundeghera mentre si china a chiuder bottega il sabato sera. Rigetto Ho preso l'indigestione dal libraio, brulicante formicaio di copertine millecolori e ho rigettato titoli e autori. Dal Gommista La prego, insigne sintattico, grammatico e dotto letterato: ho questo pro-lattico rotto, anzi, bucato. Mi servirebbe una fi da mettere qui Incompiuta Nuvole, dai profili pieni di nasi per l'aere vanno senza far tempesta o danno. È serata mesta e mi si affloscia la gota. Oh, vacca! Se al poeta non scappasse la cacca! Rosa porosa Se non poesia, almen sia prosa, scrisse la rosa. Ma aggiunse un'O e l'imporrò. Menzogno Stanotte ho menzognato sognando di sognare ch'ero sveglio mentre ero addormentato. Passatempo di malato Smagrito Magritte, colpito da grippe, disegna col dito il nome Santippe sul vetro appannato. E guarda nel prato. Dubbio ortofrutticolo Spesso vorrei sapere se il pero perplesso si domanda cosa c'entrino le pere col sapere. Uovo a male Sporgendosi dall'albume di prua montato a nave il nostroVo gridò: "Uovo a male! Gettate la frittata di salvataggio!" Scioglimente Tra la gente, certamente, certa mente trasformando, indubbiamente, certa mente in dubbia mente. |