DEL NUMERO IN PREPARAZIONE
Il
tema del prossimo numero (33) della
rivista Nuova Tèchne:
SPORCO
Lo
sporco è dappertutto: non solo agli angoli dei marciapiedi o tra le
fughe delle mattonelle, nei cumuli di immondizia cotta dal sole o nelle
torri infinite dei piatti da lavare (Carlo Emilio Gadda, a proposito di
spazzatura domestica, nell’Adalgisa scrive, per esempio, della
«“lana” che veniva stanata da dietro i mobili»). Anche il destino dei
vestiti che abbiamo addosso, per quanto puliti ed eleganti, termina con
la parabola discendente della cesta dei panni sporchi. Il detto ricorda
che i panni sporchi, appunto, si lavano in famiglia, il che porta a
considerare la famiglia come una comunità riunita attorno agli stessi,
privati, miasmi fetidi. Lo sporco è quello che si nasconde sotto al
tappeto, è il segreto inconfessabile, un dossier nero e top-secret di affari sporchi,
faccenda per spie internazionali e intrighi governativi. Ma se sozzura e
lordume intridono ogni aspetto della vita sociale, non è possibile
scamparla neanche chiudendosi solitari in una stanzetta separata da
tutto e tutti, rifugiandosi finché si può, nelle proprie fantasie:
perché, prima o poi, immancabilmente, si finirebbe per incappare nel
pensiero delle fantomatiche cose sporche, compiendo quegli
«atinpùri!», come li chiama Luigi Meneghello, che hanno riempito per
secoli i confessionali. Senza dimenticare che niente e nessuno è immune
dallo sporco e dalla puzza, soprattutto quando si è pressati uno
sull’altro, come nelle code e nei mezzi pubblici, può capitare anche il
caso, raccontato da Raymond Queneau nelle prime pagine del suo romanzo Zazie nel metro, che in mezzo ad afrore e sudori universali, l’unico e solo individuo profumato passi per un mortifero puzzone.
Home page Menu della rivista |